Francesco d'Avalos, nato a Napoli, si è diplomato in composizione, al Conservatorio di S. Pietro a Maiella, col massimo dei voti e lettera d'encomio del Ministro della Pubblica Istruzione.
Ha frequentato i corsi di direzione d'orchestra dei maestri Paul Van Kempen, Sergiu Celibidache e Franco Ferrara. Svolge in campo internazionale, la doppia attività di compositore e di direttore d'orchestra. Insegna alta composizione al Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli.
Tra l'altro ha scritto:
Sinfonia con soprano (Hamburg Norddeutscher Rundfunk 1957 - dir. FreudenthaI)
Hymme an die Nacht per orchestra (Hessischer Rundfunk 1958 - dir. Henze)
Studio sinfonico (Premio selezione Marzotto 1958 - RAI Scarlatti 1960 - dir. Colonna)
Lines per soprano e orchestra (RAI Torino, 1966 - dr. Mannino)
II fiume Wang per soprano e quintetto d'archi (Milano 1967 - dir. d'Avalos)
Quintetto per pianoforte e archi (Brescia 1967)
Invocazione per soprano, flauto, violoncello e pianoforte (Roma 1968)
Qumran per orchestra (RAI Roma, stagione pubblica del Terzo Programma 1968 -
La Scala Milano, Stagione sinfonica 1968 - dir. Inbal)
ESTRATTO DEL REPERTORIO
Sinfonie:
Beethoven: Nr. 1, 2, 4, 5, 7, 8.
Brahms: Nr. 2, 4.
Bruckner: Nr. 4, 7.
Dvoràk: Nr. 2, 4, 5.
Chausson: Sinfonia in Si bemolle.
Mahler: Nr. 2.
Mendeissohn: Nr. 3, 4, 5.
Mozart: Nr. 28, 29, 31, 34, 35, 36.
Schubert: Nr. 2, 3, 4, 5, 6, 8, 10.
Schumann: Nr. 1, 2, 3, 4.
Weber: Nr. 1.
Ouvertures e pezzi d'apertura:
Auber: La Muta di Portici.
Balakirev: Tamara.
Bellini: Norma
Berlioz: Romeo e Giulietta, Caccia e Tempesta (dai Troiani), Carnevale Romano.
Brahms: Ouverture Tragica, Variazioni su un tema di Haydn.
Cherubini: Anacreonte, II Portatore d'acqua.
Glazunov: Stenka Razin. Humperdinck: Hànsel e Gretel.
Mozart: La finta giardiniera, Idomeneo, Don Giovanni, La clemenza di Tito.
Rossini: La scala di seta, Cenerentola, Semiramide, Assedio di Corinto.
Schubert: Rosamunda.
Schumann: La Sposa di Messina, Manfredi, Faust, Genoveffa.
Verdi: I Vespri Siciliani, La Forza del Destino, Nabucco, Giovanna d'Arco.
Wagner: Faust, II Vascello Fantasma, Tannhauser ouv.re Venusberg, Maestri Cantori di Norimberga,
Idillio di Sigfrido.
Weber: Oberon, Franco Cacciatore, Euryanthe.
Pezzi vari:
Dvoràk: Serenata per archi, L'Arcolaio d'Oro, In der Natur, Legende op. 59, Suite in La op. 98.
Fauré: Pelleas et Melisande.
Franck: Redenzione, Psyche.
Grieg: Sigurd Jorsalfar-Suite.
Ljadov: Otto canti popolari russi, Kikimora.
Liszt: I Preludi.
Mendeissohn: La Grotta di Fingal, Mare calmo e felice viaggio.
Prokofjev: Sinfonia Classica, Romeo e Giulietta.
Rimskij Korsakov: Sadko, Ivan il Terribile, La Notte di Natale, Gallo d'oro.
Reger: Variazioni su un tema di Mozart.
Recensioni:
Egli ha compiuto ora un gran balzo, che lo pone in primo plano. Ciò lascia intendere come il d'Avalos abbia continuato a coltivare con accentrata tenacia e con uno sforzo di maggior consapevolezza un'autentica vocazione musicale. « Sinfonia n. 7 in do magg. di Schubert » Anche di essa il d'Avalos ci ha dato una interpretazione eccellente, non soltanto per l'ordine e la chiarezza e l'equilibrio già notati, ma per la penetrante rivelazione dei particolari che illuminano di vaghezza e di intima letizia, di sorridente amabilità e grazia la vibratile e fresca rete del mobilissimo tessuto sinfonico. Una veramente proficua e sottile gioia, è stata riascoltare quella sinfonia in una così saporosa e illegiadrita, e insieme robusta e muscolosa esecuzione. (Alfredo Parente)
Uno studio alla Toscanini è stata la Prima Sinfonia di Robert Schumann; l'alta serietà artistica, con la quale il d'Avalos ha sublimato il romanticismo di questa Sinfonia della « Primavera », e la perfezione, con la quale l'orchestra sinfonica della Radio di Colonia ha realizzato le sue intenzioni, sono state un avvenimento musicale. Essa era « animata » dal primo segnale di trombe fino alla stretta finale, messa in scena con una regia di suoni, che hanno fatto apparire in uno splendore inconsueto i sentimenti primaverili di Schumann. Forse era una primavera dalla chiarezza « italiana », ma in ogni modo, per l'eleganza della formulazione la « Prima » si è manifestata come un capolavoro sinfonico di grande forza espressiva.
II concerto affidato a Francesco d'Avalos si è illuminato di una vigorosa e soleggiata edizione della sempre fresca « Italiana » di Mendeisson, dove il direttore napoletano ha affermato le sue chances più significative, confermandosi come una tra le più interessanti « bacchette » delle ultime leve.
Del direttore di orchestra, il maestro Francesco d'Avalos bisogna scrivere che sembra un artista fortemente preparato, schivo di troppo facili effetti e attento, con coscienza e con sensibilità, all'essenziale. (G. Gonfalonieri)
Inaugurato per l'E.A.O.S.S. all'Auditorium del S.S. Salvatore il terzo ciclo delle « Giornate di musica barocca » con la partecipazione dell'orchestra sinfonica siciliana. Ci soffermiamo particolarmente su questo Bach anche perché ci è stato offerto in versione pregevole, condotta con misura ed equilibrio da Francesco d'Avalos.
Il direttore d'orchestra possiede oggi una sua personalità, quello che egli riesce a fare esce ormai dall'anonimato per arricchirsi d'una cifra stilistica ben definita. Tali esiti sono apparsi particolarmente evidenti durante l'esecuzione della sinfonia n° 5 in rè minore (La Riforma) di Men-deisshon, della quale d'Avalos ne ha dato una interpreta-zione limpidamente articolata, animata inoltre da un fervore espressivo misurato eppure insinuante nel bellissimo « andante ».
Da molto tempo non ascoltavo un'esecuzione così viva nel senso più beethoveniano della parola come quella diretta ieri sera, alla fine del programma, da Francesco d'Avalos. E non già che il d'Avalos non avesse messo a fuoco quanto di luminoso, di amabile, di tenero, di nostalgico spirano soprattutto dall'« Allegretto » e dal « Tempo di Minuetto»; lo ha fatto anzi con gusto sottilissimo e con incantato piacere (si ricordi la grazia e l'estrema sorridente leggerezza con cui ha attaccato l'inizio dell'ultimo tempo); ma dovunque il maestro ha reso la forte tensione di spirito che anima anche quella Sinfonia, e che ha sostenuta con elastico ma serrato sviluppo. (A. Parente)
Al Nuovo il maestro Francesco d'Avalos ha diretto un Pomeriggio tutto dedicato a Dvorak. d'Avalos ha fatto sortire con nitido disegno e con vaghezze di tinte la Serenata per archi e le « Quattro leggende » opera 59. (Giulio Gonfalonieri)
d'Avalos ha guidato l'orchestra [NOVI SAD in Tournée] con l'abituale vigile precisione, che conferisce alle sue esecuzioni un nitore e una politezza quasi cartesiane. Infine, la Serenata op. 22 di Dvorak, ha trovato nel d'Avalos un interprete sensibile ed acuto, attentissimo nel coglierne le complesse e cangianti sfumature.
Quel che si loda di più in d'Avalos è la notevole chiarezza che dimostra nello stabilire i rapporti timbrici e la linearità del discorso musicale, raggiunta attraverso una costante sicurezza, come si è apprezzato soprattutto nella « Prima Sinfonia » di Weber, dove il direttore ha insistito con decisione sugli accenti rinnovatori dell'opera, eseguita peraltro con focoso entusiasmo e mirabile equilibrio.
Il direttore, ospite italiano, Francesco d'Avalos ha unito l'orchestra in un corpo sonoro e compatto. Fra l'orchestra ed il direttore c'è stata la migliore intesa umana.
In Weber [Sinfonia n. 1] come in Beethoven [Sinfonia n. 8] d'Avalos ha dimostrato doti più che degne delle lodi più sincere: serietà, compostezza, chiarezza, linearità si sono infatti fuse in un organismo che ha saputo trovare accenti di adeguata emozione.
Sotto la guida di d'Avalos l'orchestra ha suonato con sicurezza e con grande affiatamento; la suggestiva composizione di Dvorak fu interpretata con vera maestria (Vèkas Aitila).
Francesco d'Avalos ha realizzato una esecuzione assai ben controllata, pur sottolineando con animazione i momenti della Sinfonia [Beethoven Sinfonia n. 8] in cui più tipicamente si afferma lo spirito dell'autore (S. Rossi).
d'Avalos ha infatti diretto Gorelli con viva emozione collocando il brano in un clima di quieta e suggestiva poesia. Un modo di dirigere degno del più attento studio. In lui si deve riconoscere un musicista e una personalità di vivo rilievo.
Ci ha fatto brillare davanti l'iridescente, ognora animato, ardente C. M. Weber con una sinfonia.
II d'Avalos ha affrontato « La Riforma » di Mendelsshon con una baldanza che non conoscevamo, e con vigile dominio dell'orchestra, ed ha ottenuto in smaglianti effetti lo splendore della colorita partitura, e con genuina vitalità e senso di magnanima ampiezza e di solennità, la forza e l'esuberanza. I modi, guizzanti, vividi, talora tempestosi, erano tuttavia temperati con una solennità di gusto tutto musicale; e non si dirà dell'amabalità e della nobilita di sentimento che il d'Avalos ha conferito all'esecuzione dell'«Andante»; bellissima pausa nella sostenuta tensione, qua e là trapunta di preziose delicatezze, con cui il maestro napoletano ha impostato l'opera (A. Parente).