Grafico elaborato da Andrew Mcafee, del MIT (Massachussets Institute of Technology), mia la traduzione italiana della terminologia adoperata. [Fonte: http://andrewmcafee.org/2012/01/mcafee-recession-recovery-economy-employment-graph/] Evidenzia il contrasto tra la crescita di investimenti, profitti, PIL da una parte e la diminuzione esponenziale dell'occupazione dall'altra. Come dire che produrre di più non vuol dire necessariamente creare più lavoro, almeno per come è attualmente concepito il calcolo del PIL (GDP). Va detto che una tendenza recente (sentito alla BBC) è di includere nel PIL/GDP anche i prodotti intellettuali ( ad esempio il cinema) e non solo quelli materiali. McAfee spiega che il calo dell'occupazione a fronte dell'impennata dei profitti e della costante crescita del PIL/GDP dipende dall'aumento concorrenziale ed esponenziale dell'automazione della produzione nell'era dei computer. In realtà esiste già un robot, Baxter, costo $22.000, in grado di apprendere con istruzioni vocali e manuali per poi trasmetterle istantaneamente a tutti gli altri robot connessi e lavorare automaticamente in catena di montaggio, ed esiste il progetto IBM Watson, un algoritmo in grado di apprendere a velocità esponenziale, direttamente ed autonomamente dal web, che si avvicina al decimo anno di vita. Esiste Asimo, un robot umanoide prodotto dalla Honda, in grado di comprendere e rispondere ad istruzioni vocali in qualsiasi lingua, camminare, correre, versare e porgere una bibita, guidare i visitatori in uno stand, ecc. ecc. Esiste la Google autonomous car, che guida senza pilota e sta già percorrendo centinaia di migliaia di chilometri. Gli unici incidenti in cui è stata coinvolta (senza gravi conseguenze) sono stati causati da infrazioni delle macchine guidate da umani... Esistono le stampanti 3D che producono ormai di tutto a partire da un semplice file (sculture. oggetti, pezzi di ricambio meccanici, apparati dentali, protesi artificiali, organi da impianto, ecc.) Andrew Macafee ha scritto insieme al collega Erik Brynjolfsson, sempre del MIT, un saggio dal titolo: Race against the machines Il punto di vista di Brynjolfsson è che sono le idee, non i prodotti materiali, che determinano l'economia, bisogna imparare a lavorare in team con le macchine invece di cercare di lottare contro le macchine ( o, come da noi, ignorare che esistano...). |
Da vedere
su Youtube e Ted per approfondimenti: una conferenza rivelatrice di Andrew Mcafee (Inglese) http://www.ted.com/talks/andrew_mcafee_are_droids_taking_our_jobs oppure: https://www.youtube.com/watch?v=WMF-Z74C1QE Una conferenza di Erik Brynjolfsson (inglese): http://www.youtube.com/watch?v=sod-eJBf9Y0 Sul robot Baxter: http://video.mit.edu/watch/meet-baxter-a-new-kind-of-industrial-robot-12638/ Su Asimo: https://www.youtube.com/watch?v=sKdYIPPeK-Q Sulla Google autonomous car: https://www.ted.com/talks/chris_urmson_how_a_driverless_car_sees_the_road Sull'automazione nei magazzini Amazon: https://www.youtube.com/watch?v=quWFjS3Ci7A Sulla stampantre 3D: https://www.youtube.com/watch?v=X5AZzOw7FwA https://www.youtube.com/watch?v=NgLHXUJK7tM Articoli: http://www.nytimes.com/2013/03/31/business/robots-and-humans-learning-to-work-together.html |
Le mie
riflessioni: «Sta succedendo quello che era successo nelle campagne con l'arrivo del trattore e della trebbiatrice, ma allora i contadini lasciarono le campagne per le città dove l'industria offriva lavoro. Adesso è la volta dell'industria che sta riducendo progressivamente ed esponenzialmente la quota del lavoro umano. I robot di oggi sono i trattori di cinquant'anni fa, ma non c'è un altro lido tecnologico che crei ancora altrettanto lavoro manuale, il numero dei nuovi lavori creati è nettamente inferiore rispetto a quello dei lavori scomparsi. Il lavoro umano, nel senso ripetitivo e "taylorizzato" del termine, sta lentamente scomparendo: restano ancora le grandi opere pubbliche per infrastrutture e i mestieri dove ancora non si è arrivati a sostituire l'uomo. La BBC annunziava recentemente che in futuro, nel calcolo del PIL (GDP) potrebbero essere conteggiatte anche le opere intellettuali, ad esempio il cinema. Sembra delinearsi finalmente una nuova sponda lavorativa per i braccianti ormai sostituiti dai macchinari agricoli, per i lavori estinti o a rischio di estinzione nelle catene di montaggio, nei caselli autostradali, nelle casse dei supermercati, nelle linotipie, nelle tipografie, nei reparti spedizioni ecc.: confluire progressivamente verso l'artigianato evoluto, l'agricoltura biologica, il turismo, lo studio, la cultura, la creazione artistica, la ricerca scientifica, l'ideazione e produzione tecnologica, la diversificazione delle fonti energetiche a favore di quelle naturali (eolico e solare). Un modello di economia in grado di ribaltare l'attuale predominio delle economie del Nord, affermatesi con la prima e seconda rivoluzione industriale (motore a vapore ed elettricità), a favore di nuovi modelli economici del Sud, avvantaggiati dal minore fabbisogno energetico grazie alla ricchezza di energia pulita ed orientati quindi verso le prospettive della terza rivoluzione industriale (quella digitale, in atto da decenni ma solo da poco identificata come tale dai ricercatori citati del MIT). Malgrado le resistenze di chi vorrebbe ancora considerare la ricchezza di un Paese solo in base ai "pezzi" materiali prodotti, il mondo sta andando verso la semplificazione di tutto ciò che è produzione materiale mantenendo d'altronde tutta la ricchezza e complessità dell'ideazione del lavoro intellettuale» [©Beppe Ficara]. Updated on October, 31, 2015 |