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CENNI SULLA COMPOSIZIONE PER CHITARRA
La chitarra è uno strumento in legno, con una cassa di risonanza a fondo piatto, tre corde in nylon (ex budello) per il registro medio-acuto e tre in nylon ricoperto di metallo per il registro grave; un manico con dorso bombato ed una tastiera piatta, provvista di 19 tasti delimitata da segmenti di metallo, un suono tutt'altro che piatto, ottenuto tramite un'articolazione differenziata di quattro dita della mano destra (mignolo per lo più escluso) ed un contatto di polpastrello-unghia-corda. L'impostazione della mano sinistra è simile a quella del violoncello.
La chitarra è uno strumento traspositore: i suoni reali sono inferiori di un'ottava rispetto a quelli scritti; un pianista scriverà dunque un'ottava sopra per non avere sorprese. L'accordatura della chitarra è la seguente:
La prima cosa da chiarire ad un compositore non chitarrista
è l'impossibilità di eseguire sulla chitarra, con delle mani
normali, bicordi che superino l'intervallo di due ottave più una
quarta giusta, a meno che la nota grave sia una corda a vuoto o sia
di un'altezza non inferiore al do centrale (delle chitarra), evitando,
comunque, in quest'ultimo caso, di aggiungere altre note nel registroacuto
al di sopra della doppia ottava.
Questo limite ha portato tutti i compositori classici
e neoclassici per chitarra ad utilizzare delle tonalità che permettessero
l'uso abbondante delle corde a vuoto: la maggiore e minore, mi maggiore
e minore, re maggiore e minore (con la scordatura della sesta corda), sol
maggiore, più raro il minore (raramente con la scordatura in sol
della quinta corda), do maggiore, meno comune il minore, si maggiore e
minore.
Riassumendo, è meglio fare a meno di queste combinazioni:
(a meno che la nota superiore sia un'armonica, il che è da considerarsi un effetto timbrico da usare o in passaggi lenti o isolatamente) e, soprattutto delle seguenti:
Anche se possibili, sono ostici i seguenti bicordi:
Bisogna evitare, in ogni caso, qualsiasi raggruppamento di suoni nel registro super-acuto (della chitarra) insieme ad una nota del registro grave che non sia a vuoto.
Nel caso della scordatura in re della sesta corda,
diventano agevoli le combinazioni base (senza quindi l'estensione che suggeriscono
le frecce) dell'es. (3).
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Credo che sia difficile trovare
su un altro strumento tutti gli artifici che la tecnica per chitarra contempla,
cercherò di elencarne molti qui di seguito, senza un ordine preferenziale:
Sulla chitarra succede spesso di suonare di un bicordo
la nota più acuta sulla corda più spessa (quindi in origine
più bassa) e viceversa (effetto "campanellas") come pure si usa
passare di corda una melodia per cambiarne timbro ed espressività.
Una melodia suonata sulla quarta (e quinta) corda
avrà un timbro pastoso e si presterà al vibrato avvicinandosi
al colore del violoncello.
È più facile eseguire delle note lunghe
del registro medio-alto sulla seconda e terza corda, nel senso che è
possibile un leggero vibrato che comunque non può essere sfruttato
troppo sulla chitarra a causa della relativamente debole tensione delle
corde, per non fare variare troppo l'altezza del suono.
Dal punto di vista armonico, ancora una raccomandazione:
la chitarra non si scrive a parti troppo late, tranne il sostegno di un
basso che a volte può essere distante; ma è anche vero che
spesso un intervallo di sesta nella parte superiore di un accordo pieno
è agevolissimo. Comunque su questo punto basta seguire un po' quello
che ho detto precedentemente.
Quando si mette un segno di legato a una frase scritta
per chitarra c'è la possibilità di un equivoco: il chitarrista
potrebbe capire che si tratta del legato strumentale che consiste nel suonare
la prima nota con la mano destra ed ottenere le altre con la sinistra strappando
la corda o urtando la tastiera in corrispondenza di essa a seconda che
si tratti di una legatura discendente o ascendente. Il che non sarebbe
un problema se non fosse per il fatto che con questo sistema normalmente
non si legano più di quattro-cinque note, anche se agevolmente.
Comunque questo non impedisce al compositore non chitarrista di mettere
tutti i segni che ritiene necessari che eventualmente saranno interpretati
in funzione delle possibilità dello strumento e delle esigenze di
coerenza formale.
Il trillo sulla chitarra si ottiene in due modi:
o su una sola corda sfruttando appunto il legato strumentale, o su sue
corde, con una leggera sovrapposizione di suoni; in entrambi i casi si
può eseguire molto velocemente.
Via libera sulla chitarra per i cromatismi; Villa
Lobos l'ha scoperto e si è permesso di scrivere quasi un intero brano
glissando la stessa posizione della mano sinistra su tutti i tasti
dello strumento con l'aggiunta di due corde a vuoto come pedale (lo
studio n°1).
Realizzabilissime le successioni di terze, di quarte,
di quinte (ma attenzione ai bassi), di seste, settime e ottave anche veloci,
ma queste ultime spesso senza ulteriore armonizzazione.
Giuseppe M. Ficara, Bruxelles 1979